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Io non sono il mio tipo

Io non sono il mio tipo

di Paolantonio
[Candischi · 2021]

 

Salpano i barconi alati con la scritta Ryan / nei bagagli a mano quanto odore di memoria / non ci sono i nomi nostri sui libri di storia ma… / ma la mia generazione ha fatto l’Unità d’Italia.
L’Unità d’Italia

Spesso e volentieri, va detto, un eccesso di autostima e un ottimismo smisurato rischiano di essere tossici e creare falsi miti di noi stessi.
L’ascolto del primo album di Paolantonio, oltre a farsi trascinare dai testi e dalla musica del cantautore siciliano trapiantato a Milano, equivale anche a rendersi conto di quanto sia sbagliato trasformare se stessi: tanto vale sentirsi a posto, ma fuori posto. Il segreto, appunto, è appropriarsi di questa consapevolezza.

Attraverso le nove tracce dell’album si viene presi per mano e accompagnati in un viaggio a tappe lungo storie, vie, angoli e persone di una una città, Milano, fortemente cosmopolita e intrecciata di culture e colori, ma che a volte tende a considerare questa sua caratteristica (decisamente positiva) come qualcosa di avverso.
Proprio come in Via Farini 80 in cui le diverse culture e le diverse etnie si mescolano, “con sette lingue e nove religioni, cumino, curry, aglio e peperoni che ti bussano al mattino”.

U

n album pieno di vita e di voglia di vivere, senza ricordi legati al passato o balzi temporali nel futuro, ma con la volontà di raccontare il presente, il qui e ora, e pezzi di vita e di storia personale dell’autore.
Io non sono il mio tipo è pubblicato per l’etichetta Candischi, neonata realtà discografica milanese dedicata ai cantautori emergenti, ed è frutto di una fortunata campagna di crowdfunding che ha permesso all’album di vedere la luce e farsi apprezzare.

Io non sono il mio tipo ha la peculiarità, decisamente in via di estinzione, di riuscire a farsi ascoltare, dalla prima all’ultima traccia, tutto d’un fiato.
Un’altra caratteristica dell’album, vera e propria cifra stilistica di Paolantonio, è l’importanza che l’autore dà ai testi: metafore, sinestesie, dipinti di luoghi e personaggi creati dalle parole; senza dimenticare un impegno civile che traspare, anche in modo fortemente ironico, e graffia senza mezzi termini o inutile retorica.

Nell’album è presente un booklet che contiene, insieme ai testi, nove particolari foto scattate dallo stesso Paolantonio con il suo cellulare. Nove scatti grotteschi, surreali, veri, per nulla costruiti ma che aiutano, come dice l’autore, a “respirare le canzoni nella stessa aria in cui sono state scritte”.

 

io non sono il mio tipo

Il disco

Io non sono il mio tipo di Paolantonio —
prodotto da: Paolantonio – Candischi (2021)
foto di copertina: Giorgio Serinelli
progetto grafico: Alessandro Pazzini

Io non sono il mio tipo


Ascoltalo se

in un album non ti fermi al solo ascolto della musica,
hai vissuto a Milano e hai nostalgia di lei,
non hai vissuto a Milano ma vuoi qualche fotografia della sua bellezza

Non ascoltarlo se

sbuffi ogni volta che si ricorda la vicenda di Giulio Regeni,
non riesci a prenderti quaranta minuti di tempo per te e la tua anima,
non hai mai fatto saliscendi su e giù per l’Italia in bus

Tracklist:

1. I pupazzi del calcetto
2. Metro da te
3. Via Farini 80
4. Alì e Marisol
5. Sto più leggero
6. Io non sono il mio tipo
7. Caramelle
8. L’Unità d’Italia
9. Franco Battiato

Ascolta l’album QUI.


L’autore

P

aolantonio cresce in un piccolo paesino siciliano alle pendici dell’Etna, San Pietro Clarenza, e si laurea in Scienze della comunicazione all’Università degli studi di Catania.
Nel 2010, con il nome “Paolo Antonio”, pubblica un EP dal titolo Buona fortuna, ormai introvabile.
Si trasferisce a Milano nel 2017: qui inizia a esibirsi in strada, nei circoli e nei club, dedicandosi alla musica in maniera esclusiva e diventando, inoltre, insegnante di italiano per minori migranti.
Nel 2019 è uno dei vincitori di Musicultura con il brano Questa assurda storia, dedicato alla drammatica vicenda di Giulio Regeni.

paolantonio

Sei dell’umore giusto per

Ditelo una volta e mille ancora,
così nessuno mai si scorderà
il nome mio e questa assurda storia,
perché il finale sia la verità.
Ditelo una volta e mille ancora,
perché qualcuno s’è scordato già.
Mi chiamo Giulio e questa assurda storia
non è solo la mia,
non è solo la mia;
e non è solo per me la verità.
Paolantonio