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Ozark

Ozark

[Netflix · 2017]

 

Il denaro non dà pace interiore, il denaro non dà felicità. Il denaro è, nella sua essenza, la misura delle scelte di ogni uomo. Marty Byrde

Ho iniziato a vedere Ozark in piena pandemia. Di notte. Luci spente, le vicende di Marty Byrde sparate direttamente negli occhi, interrotte solo dall’anteprima YouTube di un concerto dei Radiohead.
Qualche volta, più avanti, guardando una puntata di Ozark mi pareva ancora di stare a guardare un concerto dei Radiohead.

Prima di Breaking Bad serie così non ce n’erano, ormai le danno via come il pane.
In questa qui un consulente finanziario fortissimo, che risponde al nome di Marty Byrde, per una serie di sfortunati eventi che scopriremo man mano, ricicla denaro sporco per i cartelli della droga messicani. Le cose vanno in malora nel tempo di un brano dei Radiohead, appunto, e Marty Byrde (da Chicago) si trasferisce con la moglie Wendy e i due figli Charlotte e Jonah in un villaggio turistico nelle Ozark Mountains del Missouri. (Io ‘sto posto non sapevo nemmeno che esistesse, ovviamente.) Si trasferisce lì perché convince un boss messicano, tale Del Río, che in quel luogo sperduto si possano riciclare facilmente grosse somme di denaro.

In realtà, un attimo prima della sua esecuzione, un volantino spiegazzato gli era caduto dalla tasca della giacca e gli aveva salvato la pelle. Il resto della serie cerca di spiegare come Marty Byrde se la sia cavata dicendo un oceano di cazzate. E questo enorme spiegone è fatto molto bene.
Ma nella serie c’è dell’altro: un bel po’ di personaggi ben caratterizzati interagiscono in questo teatro tutto particolare intorno al lago degli Ozarks (che dopo tre stagioni e trenta episodi non ho ancora capito se mi piace… il lago, dico, non la serie). Un lago enorme, duemila chilometri di litorale: più delle coste della California, come dice uno dei cadaveri della serie prima di diventare cadavere.

Ozark, la serie, è cruda, violenta, ben confezionata e si fa guardare, puntata dopo puntata, con una curiosità crescente (anche se le serie televisive alla Breaking Bad vi danno l’orticaria, ve lo giuro).
Marty Byrde si trova a dover riciclare prima otto milioni di dollari, poi cinquecento. Cinquecento milioni di dollari: così tanti che escono pure dalle pareti.
A questo, seguiranno casini crescenti: casini con la moglie, casini con la figlia, casini con il figlio, casini con il vecchio che gli vende casa e che prende il concetto di “nuda” proprietà assolutamente alla lettera, casini in generale.

Marty mantiene sempre eroicamente un sangue freddo che fa sospettare fin dall’inizio che lui sia molto più di un padre di famiglia e un uomo oculato eppure, sebbene il suo acume incredibile gli permetta di ingegnare soluzioni che, di questi tempi, lo metterebbero a capo di qualsiasi azienda in crisi, non riesce quasi mai a parare l’onda di guano che a intervalli regolari travolge lui e chiunque gli stia entro un raggio di dieci metri.

Tra giri di denaro, strip club, barche, redneck, malati terminali, criminali semplici e criminali efferati, quando tutto precipita, Marty Byrde si rifugia sempre dietro i suoi fogli elettronici.
L’Excel come mantra per esorcizzare i problemi e le sciagure, la CERCA.VERT (a.k.a. vertical search) come soluzione a tutti, ma proprio tutti, i problemi di questa vita. Vita che Marty giudica come un cinico osservatore in modo distaccato, più distaccato di Walter White, meno della falsaria Beth Boland di Good Girls.

Ozark

La serie

Ozark
in originale: Ozark (2017)
in Italia su: Netflix
tre stagioni da dieci episodi di un’ora

con Jason Bateman, Laura Linney, Julia Garner, Janet McTeer

Ozark


Guardalo se

ti piacciono la narrazione cruda e violenta, il noir, i colori freddi, il ritmo, i Radiohead

Non guardarlo se

ti disturbano le critiche nemmeno troppo velate al modello americano, a tutto quello che l’etica capitalista ha creato. Se, in fondo in fondo, cose come il compromesso, il conformismo, l’assimilazione, la sottomissione, l’ignoranza, l’ipocrisia, la brutalità, l’élite, ovvero tutto quello che costituisce il sogno americano, ti piace.


Note

*La quarta (e ultima) stagione sarà composta da quattordici episodi.
*Osage Beach, la cittadina del Missouri dove è ambientata la serie, è una meta turistica per ricchi.
*Il villaggio turistico dove si trasferisce la famiglia Byrde è ispirato all’Alhonna Resort.
*In realtà la serie è girata in Georgia: tra gli Eagle Rock Studios Atlanta, i laghi Allatoona e Lanier.


Ozark

Sei dell’umore giusto per

Then into your life, there comes a darkness
There’s a spacecraft blocking out the sky
And there’s nowhere to hide
You run to the back and you cover your ears
But it’s the loudest sound you’ve ever heard
And all we trapped rag doll cloth people
We are helpless to resist
Into our darkest hour Radiohead